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Mafia Capitale, Di Pietro: “È Mani Pulite 2 ma più criminale. Come è peggiorata la corruzione”

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Trasmissione televisiva "Porta a Porta"“L’inchiesta sui rapporti fra criminalità e politica a Roma? È una ‘Mani pulite 2 – Il ritorno’. Il governo Renzi? È un governo Berlusconi con i capelli diversi”. Il mondo visto da Antonio Di Pietro gira secondo la legge dell’eterno ritorno: non c’è mai nulla di nuovo sotto al sole, né sul fronte della corruzione, né su quello dell’inefficienza della politica che dovrebbe fare leggi per arginarla. Intervistato da IntelligoNews, l’ex magistrato spiega: “Perché accade questo? Perché quando hanno scoperto il male sono finiti a contrastare i medici anziché la malattia”.

Di Pietro, che idea si è fatto di questa inchiesta?

«Si tratta di “Mani pulite 2 – Il ritorno”. È un’inchiesta che fotografa il sistema diffuso di controllo criminale degli appalti pubblici grazie alle figure di intermediari rispetto ai quali imprenditori e politici si adeguano, arrecando un danno tanto alla libera concorrenza quanto ai cittadini. Niente di nuovo sotto al sole».

Perché accade tutto questo?

«Perché, scoperto il male, si sono contrastati i medici anziché le malattie».

Prego?

«I medici sono i magistrati, che sono finiti nel mirino. E parlo guardandomi allo specchio: io sono stato aggredito e diffamato in ogni modo per aver lavorato su Tangentopoli. Poi magari i tribunali ti danno anche ragione, ma quando sei stato diffamato ormai è fatta…».

Colpiti i medici – per restare nella sua metafora – la malattia è dilagata indisturbata?

«Vede, una volta scoperta Tangentopoli la politica che cosa ha fatto? Ha abrogato i reati di falso in bilancio e concussione per induzione. Ora, il falso in bilancio è lo strumento che serve all’imprenditore per truccare i conti al fine di giustificare entrate illecite. La concssione per induzione è invece una sorta di “violenza dolce” in cui, a differenza dell’estorsione, non c’è la pistola alla testa. C’è invece il pubblico ufficiale che si gira dall’altra parte, la pratica che non va avanti, il “ripassi domani” in modo che alla fine l’imprenditore sia indotto, appunto, ad adeguarsi a un sistema».

Insomma, la politica, anche quando non è collusa in prima persona, ha responsabilità profonde per non essere intervenuta radicalmente contro la corruzione o per averla in alcuni casi agevolata…

«Certo. E ce l’ha anche il governo Renzi, che è un governo Berlusconi con i capelli diversi».

Le indagini sull’inchiesta romana hanno colpito i partiti in modo assolutamente trasversale…

«Anche Mani pulite era del tutto trasversale. E quando si diceva che qualcuno “rubava per il partito” non era vero, era una scusa».

Rispetto a Mani pulite come è cambiata la corruzione in Italia?

«Si è ingegnerizzata. Ed è più criminale. Quello che prima era reato ora non è più reato, quello che era prova non è più prova, quello che prima era deplorevole ora è necessitato».

Colpisce anche che la criminalità e l’affarismo abbiano le mani in pasta nel business dell’accoglienza e della solidarietà…

«Credo che sia il momento di fare un’analisi profonda delle organizzazioni che si occupano della solidarietà. Ovviamente c’è anche chi dà l’anima, basti pensare a quel medico che sta rischiando la vita per essere andato come volontario in Africa a curare l’Ebola. Sarebbe sbagliato, quindi, fare di tutta l’erba un fascio. Ma ci sono anche tante persone che si ingrassano. Bisogna farla finita con il meccanismo per cui ti scegli un nome, butti giù uno statuto e operi nella solidarietà…».


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